mercoledì 16 ottobre 2024

S’Istoria sarda in limba sarda. Di Francesco Casula.


 

In unas cantas pimpirias, in televisione, apo contau s'istoria sa literadura, sa poesia sarda. - in sa de tres chistionende de s 'Innu natzionale Sardu "Procurade de moderare barones sa tirannia".

 

Su patriota sardu a sos feudatarios de Frantzsicu Innatziu Mannu est de seguru s’Innu poeticu prus famadu chi tenimus. S’intelletuale otieresu in 47 otavas, a sa moda de sos gosos, contat s’opressione feudale e cantat sas rebbellias de su populu sardu, ma mescamente de sos massajos. Rebellias chi pertocant unu trintènniu rivolutzionariu e no unu trienniu ebbia, comente galu acuntesset de leghere in unos cantos libros: ca cumintzant in su 1780 e agabbant cun sa rebbellia, eroica e isfortunada de Palabanda in su 1812 in Casteddu.

 

Est una poesia de importu, ca dae issa podimus cumprendere unu tretu mannu de s’istoria sarda, in ue s’afortint sas raighinas de sa Sardigna moderna. Su pobulu – iscriet Mannu – chi in profundu/Letargu fit sepultadu/Finalmente despertadu/S’abbizzat ch ‘est in cadena,/Ch’istat suffrende sa pena/De s’indolenzia antiga. E duncas, a pustis de seculos e seculos de acunortadura, artziat s’ischina e ca conca e narat “bastat” a s’opressione e a sa tirannia de sos barones, a sa lege inimiga de su feudalesimu. Ca in base a custa lege su sardu est suggettu/A milli cumandamentos,/Tributos e pagamentos/Chi faghet a su segnore,/In bestiamene et laore/In dinari e in natura,/E pagat pro sa pastura,/E pagat pro laorare.

(Intervista Videolina 21-11-2014)

 

Francesco Casula.

L'amore per la propria terra (Natalia Guiso)


 


In questi anni nei social chi più chi meno ha imparato ad apprezzare l'amore che provo per la mia terra e per la sua storia, per anni ho postato da prima timidamente e poi in modo più deciso le mie esplorazione, riscontrando un sano e commovente apprezzamento.

 

Il desiderio di apprendere più che potevo sull'argomento ad un certo punto sembrava non bastarmi più, e dopo anni lontana dai banchi di scuola, nonostante lavorassi e fossi lontana dalla sede universitaria ho deciso di provare questo difficile cammino, ed un paio di anni fa è iniziata la mia avventura, fatta di apprendimento e di conoscenza verso quello che è il passato dei nostri avi, incontrando preparatissimi docenti.

 

Nonostante in questo ultimo anno sia riuscita ad uscire meno per conto mio, ho potuto fare una delle esperienze più belle che una persona innamorata dell'archeologia possa fare, lo scavo ed il laboratorio, grazie a questo ho conosciuto persone stupende e soprattutto la professoressa Fundoni.

 

Grazie anche alle lezioni sulla sua materia e poi la scelta di fare la tesi con lei su un argomento meraviglioso, mi ha portata a comprendere dinamiche dei nostri nuragici e post nuragici incredibili, una società articolata ed avanzata fuori da ogni mia aspettativa.

 

Lo ripeto e lo ripeterò finché avrò fiato, viviamo in un' isola magica ricca di ogni bene e se tutti riconoscessimo il valore del passato e della sua storia ed il rispetto per essa, oggi nella nostra isola vivremo come in paradiso. Ringrazio tutte le persone che sinceramente mi hanno augurato ogni bene per il piccolo, grande traguardo della laurea.

 

Natalia Guiso (Naty Nuraviganne)


lunedì 7 ottobre 2024

La necessità della decolonizzazione. Di Pier Franco Devias.


 

Da tempo procede un interessante processo di decolonizzazione da parte di alcune nazioni africane che si stanno coraggiosamente liberando dal giogo occidentale.

L’anno scorso lo Zimbabwe aveva bloccato le esportazioni del prezioso litio, elemento fondamentale della transizione energetica che negli ultimi due anni ha avuto un aumento dei costi del 1100%, inaugurando la ricca industria delle batterie e bloccando il saccheggio occidentale.

Ai primi di quest’anno il Niger ha nazionalizzato l’acqua potabile, strappata dalle grinfie delle multinazionali francesi, programmando un grande piano di distribuzione.

Recentemente il Burkina Faso, anch’essa nazione del Sahel e quinto produttore mondiale di oro, ha deciso di revocare le licenze alle multinazionali occidentali e nazionalizzare le miniere del prezioso minerale.

“Sappiamo come estrarre il nostro oro e non capisco perché dobbiamo permettere che lo facciano le multinazionali”, ha dichiarato il presidente ad interim.

Dopo decenni, anzi secoli, di colonialismo occidentale, l’Africa sta lentamente avviando un processo di decolonizzazione e di riappropriazione delle proprie immense risorse, pur flagellata da mille contraddizioni, colpi di Stato, violenze di ogni genere e soffocanti influenze straniere.

Davanti a questi scenari il mio pensiero non può che tornare alla nostra terra, ricchissima di risorse e potenzialità, oggi sotto attacco delle multinazionali dell’energia. Sarebbe bello se la presidente della Sardegna, che è un’ingegnera esperta in materia energetica, potesse dire “Sappiamo come estrarre il nostro oro, che è l’energia rinnovabile, e non capisco perché dobbiamo permettere che lo facciano le multinazionali, che si intascano incentivi stratosferici, si arricchiscono alle nostre spalle e devastano il nostro territorio”.

Sarebbe bello. Ma noi, a differenza delle coraggiose nazioni africane, non abbiamo ancora iniziato un processo di decolonizzazione. E non potremo neanche iniziarlo, perlomeno finchè insisteremo a farci governare da fedeli rappresentanti della politica coloniale italiana.

Quando troveremo il coraggio di sostenere la politica anticolonialista, allora e solo allora troveremo rappresentanti politici capaci di innescare un vero processo di decolonizzazione.


 

Santuario nuragico di Monte Nuxis (Esterzili)


 






Monte Nuxi simboleggia ciò che accadde in Sardegna alla fine dell’età del bronzo medio, rispecchia i cambiamenti sociali ed economici della Sardegna del 1200 a.C.. Rappresenta in pieno i cambiamenti di una società in continua sviluppo e traformazione. Evolutosi da villaggio a santuario nelle alte montagne di Esterzili i nostri avi, costruirono 4 fonti sacre, di cui una monumentale, una capanna della adunanze e vari ambienti, il tutto all’interno dentro di una meravigliosa muraglia in cui è stata utilizzata la tecnica a spina di pesce. Il sito è stato oggetto di scavo nel 2008 e 2010, probabilmente vista l'importanza del luogo e l'estensione, ci regalerà una volta ripresi gli scavi, nuovi segreti per aggiungere un tassello al mosaico della storia di questo grande Popolo. Immagino un luogo ricco di boschi, campi seminati, fresche d'acque, un crocevia di gente da tante zone diverse che si recavano al santuario, la Sardegna ci regala un passato da ricostruire, tutelare e amare.



SANTUARIO DI SANTU ANTINU, Sedilo, (OR)! Santuario di Santu Antinu (Sedilo, Oristano) Naty Nuraviganne


 

In Sardegna spesso, si possono ammirare dei monumenti cronologicamente distinti, ma che ti riempiono di mille domande, facendoti riflettere su quanta storia ci ha preceduto. Sono sempre più convinta che l'unico modo che abbiamo per evolverci in questo periodo caotico, sia attraverso la conoscenza del nostro passato. Presso la chiesa di San Costantino a Sedilo, si può ammirare oltre ad essa, in giro per tutto il cortile, sparsi di qua e la, i resti di diverse tombe di giganti, come il bellissimo concio a dentelli, un betile con bozza mammellare, e diversi cippi funerari .

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martedì 23 aprile 2024

Genova è libera!


 

(23 Aprile1945) Il CLN delibera l'avvio popolare per l’insurrezione, al fine di liberare la città di Genova dai nazifascisti. Il Comitato di Liberazione Nazionale della Liguria e il Comando Militare Regionale decidono di far partire un’offensiva contro i presidi militari tedeschi. Il 26 Aprile Genova è definitivamente libera, i partigiani hanno vinto.

 

I fatti: Genova, pomeriggio del 24 Aprile. I partigiani hanno occupato gli edifici pubblici, troncato la circolazione ferroviaria in tutta la Liguria, privato i tedeschi dell'elettricità, dell'acqua e della possibilità di comunicare per via telefonica. Per i tedeschi sono chiuse tutte le vie d’uscita. Una colonna di artiglieria tenta una sortita ma viene prontamente resa inoffensiva. Quella di Genova, secondo molti storici, può essere considerata "l’insurrezione perfetta" sotto ogni punto di vista, tanto sul piano militare quanto su quello politico, eseguita in una città in cui tutte le condizioni obiettive militavano a favore del nemico.

 

Circa 30 mila tedeschi addensati nel breve tratto della riviera ligure intorno a Genova; 50 pezzi di artiglieria di medio calibro, dal 75 al 104, piazzati lungo la cintura di difesa esterna, 15 grossi calibri, dal 152 al 381, pronti a entrare in azione ad Arenzano, Monte Moro e Portofino. Di fronte allo schieramento nemico, in tutte le zone, le forze partigiane, non superiori a un settimo delle forze tedesche (tenendo conto anche dei partigiani della montagna, gli unici provvisti largamente di armi automatiche). In città, secondo le previsioni del "Comando Piazza", non più di 3 mila sappisti e gappisti, dotati per la maggior parte di pistole». Al momento della mobilitazione generale, però, ai quattro settori militari affluiscono non solo i 3 mila uomini delle Sap già in forza, "ma un numero di cittadini superiore di almeno dieci volte alle previsioni."

 

Dopo due giorni il generale tedesco Meinhold firma la resa. Il testo è sottoscritto anche dal presidente del Cln di Genova, Remo Scappini, operaio comunista originario di Empoli. "Tutte le forze germaniche di terra e di mare alle dipendenze del signor generale Meinhold si arrendono alle forze armate del Corpo volontari della Liguria alla dipendenze del Comando militare per la Liguria. La resa avviene mediante presentazione ai reparti partigiani più vicini con le consuete modalità e in primo luogo con la consegna delle armi. La resa avrà decorrenza dalle ore 9 del giorno 26 aprile 1945."

 

Per la sua vittoriosa insurrezione la città di Genova è insignita di medaglia d'oro al valor militare con la seguente motivazione: "Amor di Patria, dolore di popolo oppresso, fiero spirito di ribellione animarono la sua gente nei venti mesi di dura lotta il cui martirologio è nuova fulgida gemma all'aureo serto di gloria della "Suprema" repubblica marinara. I caduti il cui sangue non è sparso invano, i deportati il cui martirio brucia ancora nelle carni dei superstiti, costituiscono il vessillo che alita sulla città martoriata e che infervorò i partigiani del massiccio suo Apennino e delle impervie valli, tenute dalla VI zona operativa, a proseguire nella epica gesta sino al giorno in cui il suo popolo suonò la diana della insurrezione generale. Piegata la tracotanza nemica, otteneva la resa del forte presidio tedesco, salvando così il porto, le industrie e l'onore. Il valore, il sacrificio e la volontà dei suoi figli ridettero alla madre sanguinante la concussa libertà e dalle sue fumanti rovine è sorta nuova vita santificata dall'eroismo e dall'olocausto dei suoi martiri. - 9 settembre 1943 - Aprile 1945"

 

Vincenzo Maria D’Ascanio

martedì 5 marzo 2024

Le Carceri di Cagliari. Dal 1700 ai giorni nostri.


 

Sabato 16 Marzo 2024 dalle ore 16:00 alle ore 17:30

 

Piazza Arsenale, Cagliari

 

Evento di Quartourismo

 

“La vita carceraria fa vedere le persone e le cose come sono in realtà. Per questo ci si trasforma in pietra.”

 

Così diceva Oscar Wilde, che il carcere lo ha vissuto sulla propria pelle e lo ha raccontato nella sua Ballata del carcere di Reading.

Attraverso una ricerca d’archivio durata mesi, prende vita il walking tour Le carceri di Cagliari – dal 1700 ai giorni nostri, un appassionante viaggio tra storie dimenticate e testimonianze umane filtrate attraverso il racconto e la visione di eccezionali e inediti documenti.

Perché se il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni – come diceva Dostoevskij – le stesse strutture detentive sono misuratori dei cambiamenti dei tempi.

 

QUANDO?
Sabato 16 marzo, ore 16.00 Piazza Arsenale – Cagliari

 

COME SI SVOLGE IL TOUR?
Il percorso si svolgerà totalmente in esterna e sarà articolato per tappe e toccherà l'antico quartiere Castello e il viale Buoncammino, in un progressivo viaggio storico che partirà dalle antiche carceri di San Pancrazio per arrivare, attraverso il racconto e la visione di alcuni documenti, alla storia della costruzione del carcere di Buoncammino.

 

N.B *NON è previsto l'ingresso all'interno del carcere di Buoncammino*

 

A CHI È ADATTO IL TOUR?
Il tour si presenta di difficoltà facile, non sono presenti tratti sconnessi e la presenza di marciapiedi e ampi spazi rende l’escursione adatta a tutti, anche ai bambini e alle persone con lievi difficoltà motorie.

 

INFO E PRENOTAZIONI
+++Tour con prenotazione obbligatoria+++
il tour partirà con un minimo di 5 partecipanti. Non saranno ammessi partecipanti privi di prenotazione e "il parteciperò" sull'evento non conta come prenotazione effettiva.

Il costo del biglietto è pari a 12 euro, che comprende il walking tour nei quartieri storici di Cagliari. Per i bambini sotto i 10 anni è prevista la gratuità (sconto del 50% dai 10 ai 14 anni).

La prenotazione può avvenire con pagamento anticipato tramite bonificio o paypal, chiamando il numero 3661247245 (Michele) o via mail all'indirizzo info.quartourismo@gmail.com

La visita guidata è condotta da Michele Marescutti, storico dell’arte e guida turistica iscritta al Registro Regionale delle Guide Turistiche della Regione Sardegna, nel rispetto della L.R. 20/2006 e L. 97/2013

S’Istoria sarda in limba sarda. Di Francesco Casula.

  In unas cantas pimpirias, in televisione, apo contau s'istoria  sa literadura, sa poesia sarda.  - in sa de tres chistionende de s ...