È davvero
triste dover leggere le parole sconsolate di Chiara Saraceno, autorevolissima
sociologa, Presidente del “Comitato scientifico per la valutazione del reddito
di cittadinanza” voluto dal Governo. “Non pensavo che il governo prendesse in
considerazione tutte le criticità rilevate dal comitato. - dice in
un’intervista di Felice Florio
per Open
- Ma almeno devono spiegarci perché hanno detto “no” a tutto.
Soprattutto,
trovo deprimente che il governo continui ad avallare la narrazione che i
percettori del reddito rifiutano il lavoro e preferiscono restare a casa,
oppure che vengano inaspriti i controlli per limitare i cosiddetti “furbetti”.
Se
agisce solo su questi due fronti, vuol dire che non tiene conto del dato
empirico più importante: l’offerta di lavoro è scarsa, praticamente assente per
i beneficiari del reddito di cittadinanza. È questo che mi turba come
cittadina oltre che come presidente del comitato.
Spero che
il governo, il parlamento e i partiti abbiano la volontà politica di cambiare
la rotta del reddito. Mi auguro che vedano, studino e prendano minimamente sul
serio il lavoro di un comitato scientifico».
I tecnici?
Evidentemente Draghi ascolta e considera solo quelli che gli fanno comodo. Se
un tecnico difende con le sue analisi la parte più debole della società, allora
poco importa che si chiami Tridico (come il Presidente dell’Inps) o Saraceno:
per loro solo silenzio ed esibita indifferenza.
Di Elisabetta Piccolotti
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