lunedì 24 gennaio 2022

L'aumento delle bollette e le sciagurate scelte dell'Unione Europea. di Vincenzo Maria D'Ascanio


 

Immaginate di comprare un panino a 1 euro. Dopo, siccome non vi sta simpatico il barista, andate a comprare il panino in un altro bar, pagandolo 3 euro. Immaginate che questo panino non sia pagato da voi, ma dai contribuenti europei. Sostituite u due bar con la Russia e gi USA. Non pensate all’euro, ma a milioni di euro.

 

Sino a questo momento ci siamo chiesti il perché del gravoso aumento dell’energia, che ha portato a rincari che sfiorano anche il 40%. Il motivo è sostanzialmente racchiuso in due parole: transazione energetica. Con queste due parole s’intende il passaggio da determinate forme di energia, come petrolio o gas, a forme di energia alternative come il nucleare, che permetterebbe all’Unione Europea di avere una maggiore indipendenza energetica, (almeno apparentemente).

 

Utilizzando come “scusa” i limiti alle emissioni inquinanti, l’Unione Europea ha di fatto tagliato i rifornimenti di gas provenienti dalla Russia, preferendo acquistare lo stesso gas da altre nazioni come gli Stati Uniti, la cui economia deve risollevarsi affinché sia scongiurato il pericolo di un ritorno dei conservatori al Governo, (e, in particolare, di Trump), i cui accordi commerciali hanno seriamente danneggiato la politica economica dell’Unione Europea.

 

Dunque per sostenere Biden e i democratici, si sono impoverite le famiglie e le imprese europee. Infatti i prezzi stanno viaggiando su livelli record, in aumento a 185 euro al barile ad Amsterdam e del 466 sterline a Londra.  Il prezzo del gas è schizzato in tutte le borse d’Europa e non solo, ma come sappiamo a pagare questa scelta di politica economica non sono i politici che le adottano.

 

A peggiorare la situazione (a seconda dei punti di vista) è la decisione di annullare gli aiuti di stato per i combustibili fossili più inquinanti, e qui naturalmente ci riferiamo al petrolio e al carbone. Tuttavia sulla questione si apre lo scontro accennato in precedenza a proposito del nucleare come fonte energetica sostitutiva, naturalmente caldeggiata dalla Francia che nel nucleare ha investito da tempo. La scelta non piace alla Germania, e per questa ragione c’è uno stallo: si sa quali fonti energetiche non vanno bene, ma non si sa con quali fonti energetiche sostituirle. Intanto a perderci siamo noi, perché la Russia sta vendendo le riserve destinate all’Europa in Oriente.

 

Vincenzo Maria D’Ascanio

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