Immaginate di comprare un panino a 1
euro. Dopo, siccome non vi sta simpatico il barista, andate a comprare il
panino in un altro bar, pagandolo 3 euro. Immaginate che questo panino non sia
pagato da voi, ma dai contribuenti europei. Sostituite u due bar con la Russia
e gi USA. Non pensate all’euro, ma a milioni di euro.
Sino a questo momento ci siamo chiesti
il perché del gravoso aumento dell’energia, che ha portato a rincari che
sfiorano anche il 40%. Il motivo è sostanzialmente racchiuso in due parole: transazione energetica. Con queste due parole s’intende il passaggio da determinate forme di
energia, come petrolio o gas, a forme di energia alternative come il nucleare, che permetterebbe all’Unione Europea di avere una maggiore indipendenza
energetica, (almeno apparentemente).
Utilizzando come “scusa” i limiti alle emissioni inquinanti, l’Unione Europea ha di fatto tagliato i rifornimenti di gas provenienti
dalla Russia, preferendo acquistare lo stesso gas da
altre nazioni come gli Stati Uniti, la cui economia deve risollevarsi affinché
sia scongiurato il pericolo di un ritorno dei conservatori al Governo, (e, in
particolare, di Trump), i cui accordi commerciali hanno seriamente danneggiato
la politica economica dell’Unione Europea.
Dunque per sostenere Biden e i
democratici, si sono impoverite le famiglie e le imprese europee. Infatti i
prezzi stanno viaggiando su livelli record, in aumento a 185 euro al barile ad
Amsterdam e del 466 sterline a Londra. Il prezzo
del gas è schizzato in tutte le borse d’Europa e non solo, ma come sappiamo a
pagare questa scelta di politica economica non sono i politici che le adottano.
A peggiorare la situazione (a seconda dei
punti di vista) è la decisione di annullare gli aiuti di stato per i
combustibili fossili più inquinanti, e qui naturalmente ci riferiamo al
petrolio e al carbone. Tuttavia sulla questione si apre lo
scontro accennato in precedenza a proposito del nucleare come fonte energetica
sostitutiva, naturalmente caldeggiata dalla Francia che nel nucleare ha
investito da tempo. La scelta non piace alla Germania, e per questa ragione c’è
uno stallo: si sa quali fonti energetiche non vanno bene, ma non si sa con
quali fonti energetiche sostituirle. Intanto a perderci siamo noi, perché la
Russia sta vendendo le riserve destinate all’Europa in Oriente.
Vincenzo
Maria D’Ascanio
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