mercoledì 16 marzo 2022

16 Marzo 1968. Gli americani torturano e stuprano nel massacro di My Lay. Colin powel tentò d’insabbiare la tragedia.


 

 (16 Marzo 1968) Vietnam, villaggio di My Lay. Dopo uno scontro a fuoco con guerriglieri Viet Cong, il tenente William Calley ordina la rappresaglia sul villaggio. I soldati americani massacrano 504 civili inermi, in gran parte donne, vecchi e bambini. I militari si abbandonarono anche alla tortura e allo stupro degli abitanti.

 

Sul fatto scrisse al “Time” Ron Haeberle, al seguito del battaglione responsabile: "C'era un uomo con due bimbi al seguito e un cestino in mano che andava incontro ai soldati, sul volto la disperazione. Gridava 'No VC, No VC, No VC!'. Cercava di dire che loro non erano vietcong. Uno dei militari, non fece una piega. Sparò a tutti e tre."

 

Come oggi sappiamo, a chi partiva per il fronte di quella che si rivelò una delle più logoranti e cruente guerre portate avanti dagli Usa dicevano "Andate e sparate, i vietnamiti non sono umani", racconta oggi al Time Ron Haeberle, testimone e fotografo di quella mattanza. Le immagini impresse sui suoi rullini servirono a svegliare un'America fino a quel momento intorpidita, che di fronte all'orrore fu costretta a interrogarsi e a guardare le sue mani sporche di sangue.

 

"Per me è stato automatico continuare a fotografare anche in quella situazione. Come fotografo il mio ruolo era catturare quel che stava accadendo durante l'operazione. Sentivo che ero testimone di un fatto storico, soprattutto la carneficina. Continuavo a pensare: Non è giusto". In un'immagine si vede anche il riflesso di Haeberle che scatta una foto a un cadavere in un pozzo. "Mi dissero che l'avevano buttato lì per avvelenare l'acqua". "Avevo una sensazione di potenza, di distruzione... in Vietnam ti rendevi conto che potevi violentare una donna e nessuno poteva dirti nulla", dirà poi uno dei soldati (forse sarebbe più corretto utilizzare il termine “Macellai”) che parteciparono alla carneficina

 

Il massacro fu fermato dall'equipaggio di un elicottero statunitense in ricognizione, che atterrò frapponendosi tra i soldati americani e i superstiti vietnamiti. Il pilota, sottufficiale Hugh Thompson Jr., affrontò i capi delle truppe americane e disse che avrebbe aperto il fuoco su di loro se non si fossero fermati. Mentre due membri dell'equipaggio dell'elicottero stesso - Lawrence Colburn e Glenn Andreotta - puntavano le loro armi pesanti contro i soldati che avevano preso parte alle atrocità, Thompson diresse l'evacuazione del villaggio. I membri dell'equipaggio salvarono almeno 11 vite.

 

Trent'anni dopo, i tre furono premiati con la Soldiers Medal, l'onorificenza più alta dell'esercito statunitense per atti di coraggio che non coinvolgano il nemico. Se ne avrà notizia solo un anno e mezzo dopo, quando il giornalista indipendente Seymour Hersh scoprirà la storia e pubblicherà le foto dell’orrore.

 

Colin Powell, all'epoca giovane Maggiore dell'Esercito, fu incaricato delle investigazioni sul massacro. Powell scrisse: "A diretta refutazione di quanto ritratto, c'è il fatto che le relazioni tra soldati americani e popolazione vietnamita sono eccellenti." In seguito, l’obiezione di Powell sarebbe stata chiamata un atto di "white-washing" (candeggiatura) delle notizie del vile e intollerabile massacro, e la questione avrebbe continuato a restare nascosta. In seguito lo stesso Powel fece una brillante carriera, e lo ricordiamo ancora come segretario di Stato dal 2001 al 2005, quando gli Stati Uniti invasero l’Iraq (per la seconda volta) e l’ Afghanistan, in seguito all’attentato alle torri gemelle nel 2001. Anche in questo caso Powel asserì una smascherata menzogna, dichiarando a tutto il mondo che l’Iraq di Saddam Hussein era in possesso di armi di distruzione di massa, che gli osservatori internazionali non trovarono nemmeno dopo la caduta del regime.

 

Un giornalista investigativo indipendente, Seymour Hersh scoprì la storia di My Lai il 12 novembre 1969. Importanti testate come Life e Look rifiutarono però di pubblicare i risultati della sua inchiesta, che divennero di pubblico dominio solo quando Hersh riuscì a scrivere un articolo per la Associated Press, col quale metteva in dubbio il numero reale dei morti e svelava l'accusa del tribunale militare nei confronti del sottotenente Calley di avere ucciso più di cento vietnamiti. Il 20 novembre il quotidiano di Cleveland, The Plain Dealer, pubblicò fotografie esplicite dei cadaveri delle persone uccise a My Lai e la storia fu ripubblicata su diverse testate come Time, Life e Newsweek. Il massacro di My Lai sarebbe passato sottaciuto se non fosse stato per un altro soldato che inviò una lettera al suo rappresentante al Congresso.

 

Sa Babbaiola

 


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