(16 Febbraio 1987) Si
apre a Gerusalemme il processo contro John Demjanjuk. Nato in Ucraina ed
emigrato negli Stati Uniti, l’uomo è accusato di essere “Ivan il Terribile”, un
ufficiale delle SS divenuto tristemente noto per aver sterminato 28 mila ebrei
nel lager di Sòbibor. La corte lo condanna a morte nel
1988, ma la sentenza non verrà mai eseguita: Demjanjiuk viene rilasciato in
appello perché non ci sono abbastanza prove che sia effettivamente lui il “boia
di Sòbibor”. Tuttavia negli anni a venire si apriranno altri processi contro di
lui.
Le
indagini sul passato di Demjanjuk durante il periodo dell’Olocausto
cominciarono nel 1975. In seguito ai processi negli Stati
Uniti, nel corso degli anni Demjuamjuk perse due volte la cittadinanza
americana, subì una volta l’ordine di deportazione e fu dunque estradato dagli
Stati Uniti per due volte per essere processato, prima in Israele e poi in
Germania. Il recente processo in Germania, terminato nel maggio del 2011,
potrebbe essere stato l’ultimo a vedere imputato un criminale di guerra del
periodo nazista. In questo caso, esso rappresenterebbe la fine di 65 anni di
procedimenti cominciati con il Tribunale Militare Internazionale e i processi
di Norimberga del 1945.
Alcuni
avvenimenti del passato di Demjanjuk non sono mai stati messi in discussione: nato nel marzo del 1920 a Dobovi Maharyntsi
(Ucraina sovietica) e successivamente arruolato nell’armata rossa, Demjanjuk fu
catturato dalle truppe tedesche durante la battaglia di Kerch, nel maggio del
1942. Dopo la guerra, nel 1952, Demjanjuk
emigrò negli Stati Uniti dove ottenne la cittadinanza nel 1958. Dopo essersi stabilito a Seven Hills, Ohio, nei
sobborghi di Cleveland, lavorò per molti anni in una fabbrica della Ford.
Il processo a Demjanjuk si aprì a Gerusalemme il 16 febbraio 1987. L’accusa sostenne che quando Demjanjuk fu
imprigionato dai Tedeschi, egli si offrì volontario per far parte dell’unità
speciale delle SS di stanza nel campo di addestramento di Trawniki (vicino a Lublino, in Polonia) dove aveva poi
lavorato come istruttore nel corpo di polizia ausiliario che doveva venire
assegnato all’Operazione Reinhard, il piano cioè che prevedeva l’eliminazione
di tutti gli Ebrei della Polonia occupata.
L’accusa sostenne che Demjanjuk fosse la guardia del centro di
sterminio di Treblinka conosciuto dai prigionieri come “Ivan il Terribile” incaricato del funzionamento e della manutenzione
dei motori diesel usati per pompare monossido di carbonio nelle camere a gas
del campo. Diversi sopravvissuti ebrei del
campo di Treblinka identificarono Demjanjuk come “Ivan il Terribile”, una prova
fondamentale della sua presenza nel centro di sterminio.
Il
18 aprile 1988 fu dichiarato colpevole di tutti i reati dei quali era accusato,
e una settimana dopo fu condannato a morte. Il verdetto venne tuttavia revocato
il 29 luglio 1993 da cinque giudici della Corte Suprema israeliana, sulla base di dichiarazioni rilasciate da
ex-guardie di Treblinka ai sovietici durante i processi penali contro i
cittadini ucraini che avevano collaborato con i nazisti come forze ausiliari durante la guerra. Secondo le stesse dichiarazioni il vero cognome di Ivan era Marchenko e non
Demjanjuk questo documenti furono recuperati dopo il crollo della Cortina di
Ferro). Nel 1993 venne dunque scarcerato e
riportato negli Stati Uniti, dove gli fu riconcessa la cittadinanza.
Vincenzo Maria D’Ascanio
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